Down, svastiche, razzismo e ipocrisia
Buongiorno a tutti,
finalmente mi sono liberato del terzo seminario da dare qui e ho di nuovo tempo di cazzeggiare. Stavo apprestandomi a scrivere una serie di goliardiche minchiate sulle mie partitelle di pallavolo qui a Cambridge quando ho letto una mail passata da Lidia con una serie di commenti di un certo Andrea, se non sbaglio, a proposito di quello che farebbe alle merde schifose che hanno fatto girare un video su internet in cui veniva ripresa ogni sorta di maltrattamenti a un ragazzo down. Nel seguito non chiamerò mai questi individui "ragazzi" o "giovani" o "persone" o "esseri umani" dal momento che a mio parere si collocano completamente al di fuori del campo semantico racchiuso da ciascuna di queste parole. La mia impressione è stata che questo Andrea, pur incitando alla berlina e ai campi di concentramento nei confronti degli insetti parassiti di cui sopra, non sia un criminale nazista o un inquisitore medievale, ma semplicemente una persona la cui sensibilità gli impedisce di non-farsi ribollire il sangue nelle vene in queste circostanze. Conseguentemente una persona molto più degna di nota, di rispetto e di ascolto di quanti sbandierano la superiorità morale del perdono come sistema per nascondere la loro indifferenza e la loro disgustosa ipocrisia (vedi indulti vari). Forse il mio giudizio nasce dal fatto che mi sento molto vicino alle ragioni, e probabilmente alle sensazioni provate, da tale Andrea. Morale della favola, ho deciso di riassumere un po' le mie argomentazioni in merito in un intervento in stile orianofallacesco; argomentazioni di cui non ho mai fatto mistero ma che voglio provare a mettere nero su bianco una volta per tutte.
Credo che la suprema forma di malvagità sia esercitare violenza su un debole per il puro piacere di farlo. Non riesco ad immaginare niente di peggio. Bin Laden che fa abbattere le torri gemelle non è peggio perchè vive nella folle convinzione di stare lottando contro l'impero del male nel nome di Dio. Tutto ciò merita di essere defininto con i più orrendi aggettivi: pazzo, malvagio, disgustoso, schifoso, assassino e tutti quelli che preferiate, ma è meno malvagio di chi non ha ideali di vendetta, non ha niente contro cui combattere, non prova sensazioni di alcun tipo, e gode solo nel vedere la sofferenza di un debole per il puro gusto di sentirsi il potente oppressore. Nessun movente. Nessuna attenuante. Male puro e distillato con cura in modo che sia totalmente scevro di qualsiasi elemento umano contaminante.
Tutto ciò suggerisce alcune considerazioni e una proposta/provocazione
Parto dalle considerazioni. Per punti:
1. Questa disumana forma di cattiveria è sempre più diffusa, a vari livelli, più o meno espliciti. Non starò a perdermi nel tentativo di elencare le ragioni di questa involuzione sociale (ovvie per chi voglia vederle) o nel proporre rimedi (pressochè inesistenti, per come la vedo io). Siamo nel mondo in cui si vuole che la felicità sia appannaggio solo dei non-brutti, non-bassi, non-grassi, non-mal-vestiti, non-poveri, non-troppo-intelligenti, non-secchioni (ma pupe), non-anticonformisti, non-vecchi, non-omosessuali, non-balbuzienti, non-disabili e via dicendo. La strada permessa a chi vuole essere considerato normale o "figo" è stretta e angusta, e tutte le categorie precedenti, e altre, spesso entrano, soprattutto in un ambiente di adolescenti e affini, nel vasto orrendo calderone degli "sfigati". Se uno è "sfigato" lo attende un'adolescenza difficile, di quelle che lasciano segni, ferite e lividi. Si potrebbe obiettare che la presa in giro del ciccione, o del secchione etc. etc. esiste da che esiste il mondo. Vero. Ma non con il grado di premeditata aggressività e violenza che esiste ora e che si riscontra in episodi come quello di cui sto parlando.
E non con l'amplificatore mediatico odierno che fornisce con insistenza le intoccabili e assolute linee guida per distinguere chi è vincente da chi è perdente. Il bullismo nelle scuole è solo una conseguenza di ciò, ma significativa, ed è un fenomeno che raggiunge punte estreme che producono perfino il suicidio (!) delle vittime. Non c'è bisogno di arrivare a questi livelli (non così rari, vedere in particolare Inghilterra e Giappone, ma ho paura che in Italia pure ci si arriverà) per produrre danni psicologici gravi e permanenti. Se si arriva a questo, non si parla più di piccole prevaricazioni tra adolescenti con una personalità in formazione. Si parla,come dicevo sopra, di cattiveria pura, premeditata, e tutt'altro che infantile o adolescenziale. Tutto ciò suggerisce la seconda considerazione.
2. Chi commette crimini come l'aggressione al ragazzo down deve pagare come un adulto, non come un minorenne, perchè dimostra di avere la premeditazione, la volgarità, la malvagità, la freddezza che pochi, anche adulti, hanno.
3. E' faticoso, considerata la totale disumanità del suo schifoso crimine, considerare il soggetto in questione come facente parte di una comunità di esseri umani. E anche faticoso considerarlo più degno di rispetto di un animale. E non sto parlando, che so, di un cane. E' ovvio che la vita di un cane sia più importante della vita di questi individui. Sto parlando di una zanzara. La zanzara succhia il sangue per istinto e necessità, questi stronzi succhiano la gioia di vivere al prossimo per puro premeditato divertimento. Di conseguenza vederli pendere da una forca mi dispiacerebbe assai meno che dover spiaccicare una zanzara. Non ho detto che ce li metterei io sulla forca, ma se qualcuno incazzato lo facesse non mi strapperei i capelli dal dolore, anche perchè ne ho troppo pochi per sprecarli con queste teste di cazzo.
4. Esiste solo una logica contro una simile violenza. Quella della violenza di ritorno. Possibilmente nello stesso stile. Metter questa gente alla gogna, malmenarla, e distruggerla psicologicamente con lo scherno e il disprezzo.
5. Per un sacrosanto principio di giustizia coloro che infliggono sofferenze e torture a queste piccole merde insignificanti dovrebbero essere le loro stesse vittime. Questo costituirebbe anche una (*l'unica*) valida cura per rimarginare le ferite psicologiche (e talvolta fisiche) subite. e suggerire che lo sfigato vero è il bullo e non la vittima, con ricadute sociali profondamente positive. Inoltre diventare le vittime emarginate ed essere massacrati dagli "sfigati" credo costituisca la peggiore forma di sofferenza per i bastardi in questione. E come tale una gran fonte di gioia per il resto del mondo.
6. Varie argomentazioni, tutte più o meno ipocrite, utopistiche, o cretine, vengono opposte ai punti 3., 4. e 5. quando uno li esprime nella forma a mio parere sana e schietta in cui li ho buttati giù.
La prima argomentazione è quella dell'aspirante logico dei miei coglioni: "se condanni la violenza non puoi esercitarla", talvolta espressa nella forma "esercitando violenza contro di loro ti metti sul loro stesso piano", o anche con "così hanno vinto i loro metodi" e altre virtuose variazioni sul tema. Questa stronzata l'ho sentita ripetuta alla nausea. Che ppalle. Si basa sul seguente sillogismo cretino:
Michele dice che la violenza è disgustosa e chi la esercita pure
Michele vuole esercitare violenza contro i violenti
Michele è a sua volta disgustoso
Geniale. Problema: chi cazzo ha mai detto che la violenza in sè sia disgustosa. Il sillogismo riveduto e corretto per descrivere il mio modo di pensare è
Michele ritiene che la violenza *contro gli innocenti* sia disgustosa
Michele ritiene che gli innocenti vadano difesi e gli atti disgustosi puniti con violenza
Michele vuole esercitare violenza contro chi ne esercita nei confronti degli innocenti
E indipendentemente da ciò l'ultimo che ha cercato di costruire la morale per sillogismi è stato credo Spinoza 3 secoli fa, e non ci è riuscito. Il mio stesso sillogismo può essere contraddetto ma uno mi deve dire perchè è sbagliato punire la violenza con violenza senza argomentazioni da alunno tonto di Aristotele. Forse sarebbe il caso di farsi guidare anche un po' dal buon senso e pensare: "Chi vogliamo vedere alla gogna, il ragazzo down o l'aspirante SS?" Nota, per me non c'è via di mezzo, o uno o l'altro. Questo è l'elemento fondamentale. I violenti parlano e capiscono un linguaggio: la violenza. Volergli spiegare che "non si fa" senza caricarli di botte ma insegnandogli l'amore e la morale è come spiegare qualcosa in Cinese a me. Non lo so il cinese, o parli italiano, o non capisco. Se qualcuno ritiene questo punto scorretto mi citi esempi di grandi sinceri e consapevoli cambiamenti di individui insulsi e violenti diventati responsabili, coscienziosi, intelligenti e onesti (possibilmente reali, e, se di fantasia, diversi dall'Innominato).
In questo senso , chi non se la senta di prendere posizioni nette, e aggressive, contro chi distrugge con tale noncuranza il proprio prossimo emarginato, e innocente, fa la stessa cosa che ha fatto Ponzio Pilato lasciando che salvassero Barabba e facessero crepare Gesù Cristo.
La seconda argomentazione è quella zen: "La violenza genera solo altra violenza in una spirale senza fine". Ottima. Ricordo solo a Mr. "Buddha sono io" che con la filosofia orientale e i proverbi di padron 'Ntoni non si risolvono i problemi e non si fa giustizia (almeno non quella degli uomini) : ci si può andare a chiudere in una botte vivendo stoicamente di stenti, passare la vita in meditazione smettendo di parlare, o mandare a puttane la Provvidenza. Non si risponde ad una argomentazione con un proverbio, ma con una controargomentazione.
La terza argomentazione è quella pedagogico-sociologico-autolesionista: se questi-ragazzi sono così è perchè la società-è-marcia, la-scuola-non-li-educa, hanno-avuto-un'-infanzia-difficile, non-è-colpa-loro-è-colpa-nostra-e-un-po'-anche-della-televisione.
Non me ne frega un cazzo a me di perchè sei diventato un nazista. Ora lo sei. Avreste assolto Hitler perchè aveva avuto un'infanzia difficile? No. Allora non assolvete nemmeno l'aspirante SS che riprende i maltrattamenti a un indifeso e la troia che si sventola col giornaletto dietro ridendosela senza fare niente. Ogni stortura ha una causa. Estirpare la causa è un'azione diversa e complementare al raddrizzare la stortura. Prima spari un colpo in testa a Hitler e mandi alla gogna l'aspirante SS e la troia, come si meritano. Poi pensi a come creare le condizioni socio-culturali perchè non nasca un nuovo Hitler, un nuovo aspirante SS e un'altra troia.
Molte delle persone che argomentano contro la punizione severa degli stronzi razzisti di cui stiamo parlando sono semplicemente troppo insensibili per provare nulla più che indifferenza nei confronti di fatti del genere. Non riesco a immaginare che chi si immedesimi nella vittima non provi niente più e niente meno che un desiderio di annientamento totale dello stronzo razzista in questione. Altre persone sono invece buone, miti e tranquille, tipicamente appartenenti a una fascia di sinistra 68ina modello figli dei fiori, educata a quei sani principi di pace e ammOre ottimi ed efficaci contro questi cattivoni finchè pensi che tutta la vita sia come un cartone di Walt Disney e che con un poco di zucchero la pillola va giù. Poi ci sono i Cattolici che ricordano come Gesù predicava nel vangelo la non violenza. Il problema è che l'inferno per gli stronzi e il paradiso per i giusti dopo la morte arrivano, per chi la pensa così. Io nel dubbio vorrei vedere un po' d'inferno realizzato in terra per chi se lo merita. Nel caso l'inferno vero esista veramente non ci sarebbe problema, quello in terra costituirebbe un' utile preparazione psicofisica per il futuro a tutto vantaggio dell'aspirante SS.
Da cui la proposta. Catena di mail che, gira e rigira, arrivi alla fine a uno dei ragazzi di quell'instituto tecnico che conosca e odi quei figli di puttana (ce ne saranno a iosa) e, rispondendo all'appello, ne pubblichi online foto, indirizzi di casa e numeri di cellulare, con ovvie conseguenze...
Saluti,
Michè
finalmente mi sono liberato del terzo seminario da dare qui e ho di nuovo tempo di cazzeggiare. Stavo apprestandomi a scrivere una serie di goliardiche minchiate sulle mie partitelle di pallavolo qui a Cambridge quando ho letto una mail passata da Lidia con una serie di commenti di un certo Andrea, se non sbaglio, a proposito di quello che farebbe alle merde schifose che hanno fatto girare un video su internet in cui veniva ripresa ogni sorta di maltrattamenti a un ragazzo down. Nel seguito non chiamerò mai questi individui "ragazzi" o "giovani" o "persone" o "esseri umani" dal momento che a mio parere si collocano completamente al di fuori del campo semantico racchiuso da ciascuna di queste parole. La mia impressione è stata che questo Andrea, pur incitando alla berlina e ai campi di concentramento nei confronti degli insetti parassiti di cui sopra, non sia un criminale nazista o un inquisitore medievale, ma semplicemente una persona la cui sensibilità gli impedisce di non-farsi ribollire il sangue nelle vene in queste circostanze. Conseguentemente una persona molto più degna di nota, di rispetto e di ascolto di quanti sbandierano la superiorità morale del perdono come sistema per nascondere la loro indifferenza e la loro disgustosa ipocrisia (vedi indulti vari). Forse il mio giudizio nasce dal fatto che mi sento molto vicino alle ragioni, e probabilmente alle sensazioni provate, da tale Andrea. Morale della favola, ho deciso di riassumere un po' le mie argomentazioni in merito in un intervento in stile orianofallacesco; argomentazioni di cui non ho mai fatto mistero ma che voglio provare a mettere nero su bianco una volta per tutte.
Credo che la suprema forma di malvagità sia esercitare violenza su un debole per il puro piacere di farlo. Non riesco ad immaginare niente di peggio. Bin Laden che fa abbattere le torri gemelle non è peggio perchè vive nella folle convinzione di stare lottando contro l'impero del male nel nome di Dio. Tutto ciò merita di essere defininto con i più orrendi aggettivi: pazzo, malvagio, disgustoso, schifoso, assassino e tutti quelli che preferiate, ma è meno malvagio di chi non ha ideali di vendetta, non ha niente contro cui combattere, non prova sensazioni di alcun tipo, e gode solo nel vedere la sofferenza di un debole per il puro gusto di sentirsi il potente oppressore. Nessun movente. Nessuna attenuante. Male puro e distillato con cura in modo che sia totalmente scevro di qualsiasi elemento umano contaminante.
Tutto ciò suggerisce alcune considerazioni e una proposta/provocazione
Parto dalle considerazioni. Per punti:
1. Questa disumana forma di cattiveria è sempre più diffusa, a vari livelli, più o meno espliciti. Non starò a perdermi nel tentativo di elencare le ragioni di questa involuzione sociale (ovvie per chi voglia vederle) o nel proporre rimedi (pressochè inesistenti, per come la vedo io). Siamo nel mondo in cui si vuole che la felicità sia appannaggio solo dei non-brutti, non-bassi, non-grassi, non-mal-vestiti, non-poveri, non-troppo-intelligenti, non-secchioni (ma pupe), non-anticonformisti, non-vecchi, non-omosessuali, non-balbuzienti, non-disabili e via dicendo. La strada permessa a chi vuole essere considerato normale o "figo" è stretta e angusta, e tutte le categorie precedenti, e altre, spesso entrano, soprattutto in un ambiente di adolescenti e affini, nel vasto orrendo calderone degli "sfigati". Se uno è "sfigato" lo attende un'adolescenza difficile, di quelle che lasciano segni, ferite e lividi. Si potrebbe obiettare che la presa in giro del ciccione, o del secchione etc. etc. esiste da che esiste il mondo. Vero. Ma non con il grado di premeditata aggressività e violenza che esiste ora e che si riscontra in episodi come quello di cui sto parlando.
E non con l'amplificatore mediatico odierno che fornisce con insistenza le intoccabili e assolute linee guida per distinguere chi è vincente da chi è perdente. Il bullismo nelle scuole è solo una conseguenza di ciò, ma significativa, ed è un fenomeno che raggiunge punte estreme che producono perfino il suicidio (!) delle vittime. Non c'è bisogno di arrivare a questi livelli (non così rari, vedere in particolare Inghilterra e Giappone, ma ho paura che in Italia pure ci si arriverà) per produrre danni psicologici gravi e permanenti. Se si arriva a questo, non si parla più di piccole prevaricazioni tra adolescenti con una personalità in formazione. Si parla,come dicevo sopra, di cattiveria pura, premeditata, e tutt'altro che infantile o adolescenziale. Tutto ciò suggerisce la seconda considerazione.
2. Chi commette crimini come l'aggressione al ragazzo down deve pagare come un adulto, non come un minorenne, perchè dimostra di avere la premeditazione, la volgarità, la malvagità, la freddezza che pochi, anche adulti, hanno.
3. E' faticoso, considerata la totale disumanità del suo schifoso crimine, considerare il soggetto in questione come facente parte di una comunità di esseri umani. E anche faticoso considerarlo più degno di rispetto di un animale. E non sto parlando, che so, di un cane. E' ovvio che la vita di un cane sia più importante della vita di questi individui. Sto parlando di una zanzara. La zanzara succhia il sangue per istinto e necessità, questi stronzi succhiano la gioia di vivere al prossimo per puro premeditato divertimento. Di conseguenza vederli pendere da una forca mi dispiacerebbe assai meno che dover spiaccicare una zanzara. Non ho detto che ce li metterei io sulla forca, ma se qualcuno incazzato lo facesse non mi strapperei i capelli dal dolore, anche perchè ne ho troppo pochi per sprecarli con queste teste di cazzo.
4. Esiste solo una logica contro una simile violenza. Quella della violenza di ritorno. Possibilmente nello stesso stile. Metter questa gente alla gogna, malmenarla, e distruggerla psicologicamente con lo scherno e il disprezzo.
5. Per un sacrosanto principio di giustizia coloro che infliggono sofferenze e torture a queste piccole merde insignificanti dovrebbero essere le loro stesse vittime. Questo costituirebbe anche una (*l'unica*) valida cura per rimarginare le ferite psicologiche (e talvolta fisiche) subite. e suggerire che lo sfigato vero è il bullo e non la vittima, con ricadute sociali profondamente positive. Inoltre diventare le vittime emarginate ed essere massacrati dagli "sfigati" credo costituisca la peggiore forma di sofferenza per i bastardi in questione. E come tale una gran fonte di gioia per il resto del mondo.
6. Varie argomentazioni, tutte più o meno ipocrite, utopistiche, o cretine, vengono opposte ai punti 3., 4. e 5. quando uno li esprime nella forma a mio parere sana e schietta in cui li ho buttati giù.
La prima argomentazione è quella dell'aspirante logico dei miei coglioni: "se condanni la violenza non puoi esercitarla", talvolta espressa nella forma "esercitando violenza contro di loro ti metti sul loro stesso piano", o anche con "così hanno vinto i loro metodi" e altre virtuose variazioni sul tema. Questa stronzata l'ho sentita ripetuta alla nausea. Che ppalle. Si basa sul seguente sillogismo cretino:
Michele dice che la violenza è disgustosa e chi la esercita pure
Michele vuole esercitare violenza contro i violenti
Michele è a sua volta disgustoso
Geniale. Problema: chi cazzo ha mai detto che la violenza in sè sia disgustosa. Il sillogismo riveduto e corretto per descrivere il mio modo di pensare è
Michele ritiene che la violenza *contro gli innocenti* sia disgustosa
Michele ritiene che gli innocenti vadano difesi e gli atti disgustosi puniti con violenza
Michele vuole esercitare violenza contro chi ne esercita nei confronti degli innocenti
E indipendentemente da ciò l'ultimo che ha cercato di costruire la morale per sillogismi è stato credo Spinoza 3 secoli fa, e non ci è riuscito. Il mio stesso sillogismo può essere contraddetto ma uno mi deve dire perchè è sbagliato punire la violenza con violenza senza argomentazioni da alunno tonto di Aristotele. Forse sarebbe il caso di farsi guidare anche un po' dal buon senso e pensare: "Chi vogliamo vedere alla gogna, il ragazzo down o l'aspirante SS?" Nota, per me non c'è via di mezzo, o uno o l'altro. Questo è l'elemento fondamentale. I violenti parlano e capiscono un linguaggio: la violenza. Volergli spiegare che "non si fa" senza caricarli di botte ma insegnandogli l'amore e la morale è come spiegare qualcosa in Cinese a me. Non lo so il cinese, o parli italiano, o non capisco. Se qualcuno ritiene questo punto scorretto mi citi esempi di grandi sinceri e consapevoli cambiamenti di individui insulsi e violenti diventati responsabili, coscienziosi, intelligenti e onesti (possibilmente reali, e, se di fantasia, diversi dall'Innominato).
In questo senso , chi non se la senta di prendere posizioni nette, e aggressive, contro chi distrugge con tale noncuranza il proprio prossimo emarginato, e innocente, fa la stessa cosa che ha fatto Ponzio Pilato lasciando che salvassero Barabba e facessero crepare Gesù Cristo.
La seconda argomentazione è quella zen: "La violenza genera solo altra violenza in una spirale senza fine". Ottima. Ricordo solo a Mr. "Buddha sono io" che con la filosofia orientale e i proverbi di padron 'Ntoni non si risolvono i problemi e non si fa giustizia (almeno non quella degli uomini) : ci si può andare a chiudere in una botte vivendo stoicamente di stenti, passare la vita in meditazione smettendo di parlare, o mandare a puttane la Provvidenza. Non si risponde ad una argomentazione con un proverbio, ma con una controargomentazione.
La terza argomentazione è quella pedagogico-sociologico-autolesionista: se questi-ragazzi sono così è perchè la società-è-marcia, la-scuola-non-li-educa, hanno-avuto-un'-infanzia-difficile, non-è-colpa-loro-è-colpa-nostra-e-un-po'-anche-della-televisione.
Non me ne frega un cazzo a me di perchè sei diventato un nazista. Ora lo sei. Avreste assolto Hitler perchè aveva avuto un'infanzia difficile? No. Allora non assolvete nemmeno l'aspirante SS che riprende i maltrattamenti a un indifeso e la troia che si sventola col giornaletto dietro ridendosela senza fare niente. Ogni stortura ha una causa. Estirpare la causa è un'azione diversa e complementare al raddrizzare la stortura. Prima spari un colpo in testa a Hitler e mandi alla gogna l'aspirante SS e la troia, come si meritano. Poi pensi a come creare le condizioni socio-culturali perchè non nasca un nuovo Hitler, un nuovo aspirante SS e un'altra troia.
Molte delle persone che argomentano contro la punizione severa degli stronzi razzisti di cui stiamo parlando sono semplicemente troppo insensibili per provare nulla più che indifferenza nei confronti di fatti del genere. Non riesco a immaginare che chi si immedesimi nella vittima non provi niente più e niente meno che un desiderio di annientamento totale dello stronzo razzista in questione. Altre persone sono invece buone, miti e tranquille, tipicamente appartenenti a una fascia di sinistra 68ina modello figli dei fiori, educata a quei sani principi di pace e ammOre ottimi ed efficaci contro questi cattivoni finchè pensi che tutta la vita sia come un cartone di Walt Disney e che con un poco di zucchero la pillola va giù. Poi ci sono i Cattolici che ricordano come Gesù predicava nel vangelo la non violenza. Il problema è che l'inferno per gli stronzi e il paradiso per i giusti dopo la morte arrivano, per chi la pensa così. Io nel dubbio vorrei vedere un po' d'inferno realizzato in terra per chi se lo merita. Nel caso l'inferno vero esista veramente non ci sarebbe problema, quello in terra costituirebbe un' utile preparazione psicofisica per il futuro a tutto vantaggio dell'aspirante SS.
Da cui la proposta. Catena di mail che, gira e rigira, arrivi alla fine a uno dei ragazzi di quell'instituto tecnico che conosca e odi quei figli di puttana (ce ne saranno a iosa) e, rispondendo all'appello, ne pubblichi online foto, indirizzi di casa e numeri di cellulare, con ovvie conseguenze...
Saluti,
Michè
4 Comments:
...4 secoli fa, deficiente!
Spinoza
orrore, ho scritto instituto...
Magari non risolvi il problema, su questo si può discutere.
Ma concedo che prendere questi qua e dargliene una carrettata appagherebbe l'ancestrale desiderio di giustizia e di vendetta.
Sisi, il relativismo su tutto ha rotto la minchia.
Certi torti vanno vendicati. Verità transculturale e transepocale.
Possiamo anche fare i garantisti nelle zone di grigio... se ne può parlare, ma qui no.
E, caro Michè, sulla valenza educativa del dolore in certe situazioni, ah quanto mi trovi daccordo.
Io profe mandriano o saccio.
Chiaretta, sul "chi e` che prima spara e poi pensa", non e` questo il senso di quello che voglio dire. Quando dico che prima si spara a Hitler e poi si creano le condizioni perche` non ne nasca uno nuovo non e` "prima sparo poi vedo". E` semplicemente il riconoscere che la fase repressiva e quella preventiva sono diverse e complementari, e indispensabili entrambe. Per fare un esempio caro al mio amico dentista, se hai una carie da 6 mesi vai e ti fai trapanare. E` inutile che dici "adesso mi lavo bene i denti", quello e` utilissimo per evitare che se ne formino di nuove ma non elimina quella gia` presente. Inoltre, pensare prima al destino delle vittime e poi a quello degli oppressori, in questo caso, e` a mio parere un elementare gesto di civilta`, e se la repressione degli oppressori serve a tutelare l'incolumita` delle vittime, evviva la repressione. Bisogna chiramente anche pensare a degli adeguati vaccini per evitare di ridursi in questo stato, ma i vaccini hanno senso solo prima di contrarre la malattia. La malattia qui e` stata gia` contratta da tempo ed e` in fase avanzata, pertanto per cominciare qui serve un intervento. Chirurgico e invasivo.
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