mercoledì, gennaio 31, 2007

Cara Veronica...

Cara Veronica. Eccoti le mie scuse. Ero recalcitrante in privato perchè non ho mai dato ragione a nessuno in vita mia, men che meno a una femmina. Sfidato in pubblico, la tentazione di mandarti a fare in culo è forte. Ma il mio ufficio stampa me lo ha sconsigliato. Siamo insieme da una vita. Tre figli fichissimi che accudisci tanto bene. E tu lo sai quanto ci tengo alla nostra famiglia. Per questo ti lascio sempre a casa ad accudirli mentre io vado ai Telegatti, mica perchè voglio scoparmi la Yespica o la Carfagna. Per quello non ho bisogno dei Telegatti.

Le mie giornate sono pazzesche lo sai. Appena mi sveglio mi trovo davanti Bondi nudo che vuole essere sodomizzato, e gli devo spiegare che non mi piacciono gli uomini, e lui si mette a piangere perchè dice che Emilio Fede gli ha raccontato che lui invece me lo trombo. Poi, subito da quando mi siedo per fare colazione e il cuoco pregiudicato, cugino dello stalliere mafioso, mi porta le uova strapazzate, devo cominciare a macchinare nuovi sistemi per prendere per il culo gli italiani, ed è dura amore mio. Quando le hai fatte un po' tutte le idee cominciano a scarseggiare. Ho dovuto falsificare le prove e cambiare le leggi per farla franca in 15 dico 15 processi, tesoro. E poi tutti i giorni in parlamento devo cercare di capire che cazzo mi dice Bossi. E' difficile perchè da quando gli è venuto il coccolone biascica sempre tutto amore mio. Con tutto questo stress uno ha bisogno di rilassarsi e allora mi faccio fare i pompini dalla Carfagna. Ma non è amore e neanche sesso, credimi, è solo un anti stress per questa vita assurda che faccio. Gli altri Italiani si prendono il Tavor e io i pompini dalla Carfagna. Del resto, se potessero, prova a chiederlo agli Italiani che cosa sceglierebbero tra il Tavor e i pompini della Carfagna. Naturalmente, patatuccia, non posso farmi fare da te queste cose perchè non ti userei mai come un volgare antistress, sarebbe lesivo della tua dignità, a cui io tanto tengo. Se non ci credi che ci tengo sappi che l'ho fatto stampare a caratteri cubitali: "La dignità di mia moglie è sacra". E questa frase è in un posto dove posso leggerla tutte le mattine (e anche alcune sere). Lo so che tu non l'hai mai letta da nessuna parte, ma questo è solo perchè non usi mai il bagno del secondo piano in fondo al quarto corridoio a destra uscendo dalla settima porta della terza cucina della villa di Arcore. Se tu fossi mai andata lì, in quel bagno, e avessi aperto il secondo cassetto vicino alla lavatrice lo avresti trovato scritto mille volte: "La dignità di mia moglie è sacra". Se non mi credi e decidi di controllare, ricordati però di guardare a destra nel cassetto, perchè i rotoli di carta da culo a sinistra invece hanno stampato sopra il contratto con gli italiani. E poi senti, rotolino amoroso duddu daddadà, io ho chiesto alla Carfagna se mi sposava, è vero, ma che cosa altro avrei potuto fare? Ti pare che di questi tempi, con la battaglia politica che infuria, potevo chiederle i pacs? Ciccina, io per te farei tutto, venderei anche il Milan, compreso Galliani, e comprerei il Chelsea se tu me lo chiedessi. Lo sai che ti amo. Come potrei non farlo, io amo tutte le mie proprietà, altrimenti non sarei riuscito a costruire questo mio grande impero. E per la Yespica, senti amore, c'è questa regola interna che chi scopa di più mantiene la leadership della Casa del Libertinagg... ehm, scusa amore, delle Libertà. Ecco perchè me la scopo e con lei tante altre. Ma non è amore e neanche sesso, è solo competizione politica, capisci amore? E non potrei farlo con te, scoparti solo per competizione, sarebbe lesivo della tua dignità. Davvero ci tengo, fai un giro in quel bagno e vedrai. E poi io non sono come Clinton, amore mio, che si faceva fare i pompini nello studio ovale. Io non ce l'ho lo studio ovale. Volevo anche comprarne uno in effetti, ma non l'ho fatto per rispetto nei tuoi confronti. Scusami dunque, te ne prego, e prendi questa testimonianza di un orgoglio privato che cede alla tua collera come un sincero consiglio dei miei sondaggisti ed esperti di marketing. Un grosso bacio.

Tuo Silvio

PS Se non lo trovi quel rotolo può darsi che l'abbia finito stamattina, ma sappi che lo faccio ristampare tutti i mesi.

giovedì, gennaio 25, 2007

Consulta Wars: Nanoemmerd strikes back.

Oggi mi girano i coglioni.

Evidentemente la natura umana è caratterizzata da una incapacità dell'homo di contestualizzare la propria vita in uno scenario che sia più ampio di quello abbracciato dall'estensione del proprio naso.
Non si spiegherebbe altrimenti la passione suscitata dalle più abbiette questioni da riunione condominiale, paragonata alla totale indifferenza riguardo ad avvenimenti di ben altro impatto.

Mi riferisco in particolare al fatto che la "solida" democrazia in cui viviamo nasce una sessantina di anni fa dalle ceneri di una sordida dittatura che si macchiò di vilissimi delitti (anche se troveremo sempre il coglione di turno affermare che ai tempi del duce i treni erano in orario, o fesserie simili). Codesta democrazia, nel corso della sua giovane vita, ha mostrato spesso cedimenti e svarioni, ed ha spesso lasciato ad intendere di essere tale più di nome che di fatto. Lasciatemi citare alcuni tra i tanti episodi in questione.
La strategia della tensione, la loggia massonica P2, il piano Solo, l'operazione Gladio, le infiltrazioni mafiose (vedi processo Andreotti), la lista Mitrokhin, e si potrebbe continuare a lungo.

Se volessimo inoltre discutere sulla solidità intrinseca della democrazia, non potremmo che concludere, una volta consultata la bibliografia esistente (guerra civile spagnola, colpo di stato in Cile, nazismo, guerra in Jugoslavia ecc. ecc. fino al caso Florida delle presidenziali USA o al recente Patriot Act) quanto la democrazia sia estremamente, estremamente vulnerabile alle concentrazioni di potere in grado spesso e volentieri di stravolgerne la natura trasformandola in un totalitarismo. E' cosa conosciuta fino dall'antichità, chiedete a Cesare Augusto. Di recente esiste addirittura la possibilità di instaurare un regime mediatico, caratterizzato dal fatto che il popolo assoggettato al regime crede di vivere in una democrazia perchè così dice la televisione.

Questi "democracy facts" sono per lo più ignorati, nel senso che la maggior parte degli aventi diritto al voto ne ignora l'esistenza, come è ignorato Charles-Louis de Secondat barone de La Brède e de Montesquieu, come pure l'importanza imperativa della divisione dei poteri e del rispetto e legittimità delle istituzioni democratiche come uniche, e dico uniche, garanzie per difendere la democrazia stessa dai poteri di cui sopra, sempre presenti e costantemente pericolosi, in quanto tali poteri altro non sono che persone o gruppi di persone. E persone o gruppi di persone interessate e disposte a operazioni simili ce ne sono sempre state, e sempre ci saranno.

Ma non sono queste le riflessioni che mi fanno girare i coglioni.

Mi fa girare i coglioni il fatto che, alla luce di quanto detto sopra, la gente sia così imbecille, stupida, cieca e anestetizzata, che un sedicente "politico" (!!!!) possa permettersi di delegittimare pubblicamente la Corte Costituzionale colpevole di esercitare le proprie funzioni di garante della Costituzione Italiana, e non essere per questo LINCIATO A FUROR DI POPOLO!

lunedì, gennaio 22, 2007

Estratti di cultura British I: perchè c... guidano al contrario?

Perchè gli Inglesi guidano dal lato sbagliato della strada?

Dopo aver rischiato ripetutamente l'arrotamento uno se lo chiede con sempre più pressante insistenza, fino al punto che alla fine fa una ricerchina su internet per capire meglio.

A quanto pare nell'antichità tutti si teneva la sinistra. La leggenda vuole che gli antiqui Romani lo facessero così che se due viandanti si fossero incontrati nel mezzo del periglioso cammino entrambi sarebbero stati dal lato giusto. Giusto per che cosa, per stringersi la mano? Non esattamente; giusto per estrarre le spade e scofecchiarsele in capa con viulenza al primo segno di ostilità dalla parte opposta. Con l'eccezione ovvia dei mancini la gente infatti teneva le spade con la destra e gli scudi con la sinistra.

La tradizione venne mantenuta e tramutata in regola ed editto papale da Bonifacio VIII nel medioevo. Pare che l'editto papale si chiamasse "De iusto camminandi verso et scofecchiamenti spadae supra malcapitatum capitae" .

Poi arrivò la rivoluzione Francese. Alla Rivoluzione Francese ci stavano sulle palle sia il clero che l'aristocrazia, la quale aristocrazia era piena di gente con queste carrozze 4x4 che viaggiavano a velocità folle rischiando di travolgere tutti. Così un po' per spirito di contraddizione contro le leggi imposte dalle classi dominanti, un po' per non farsi arrotare, i rivoluzionari iniziarono prima a camminare sulla destra, e poi trasformarono la consuetudine in legge. Gli aristocratici e il clero si adattarono inquantochè se andavi a sinistra ti sgamavano subito che eri uno di quelli bastardi e ti scofecchiavano una lama di ghigliottina in capa.

Quindi arrivo Napoleone, che confermò la nuova regola e conquistò anche mezzo mondo. E mentre i suoi eserciti invadevano l'Europa scofecchiando palle di cannone sulle cape di tutti quanti, la regola di tenere la destra si espandeva con i confini dell'impero. In Inghilterra però i Francesi non ci arrivarono e così gli Inglesi continuarono felici a tenere la sinistra.

E vissero tutti felici e contenti, a parte quelli con la capa scofecchiata.

domenica, gennaio 21, 2007

Per lei, una nuova periferica usb.

Lavori molto davanti al pc? Il lavoro ti stressa? Il tuo lui ultimamente ha una resa insoddisfacente?
Eccoti la soluzione!
Pratica, comoda, ma soprattutto....

PLUG & PLAY!!!

(ideale per le studentesse che stanno preparando la tesi)

Amarcord.

Cari tutti, tranne alcuni. <----- diabbolico
Vi vedo.
Immersi nei cazzi vostri, un pò di tram tram, qualche novità piccola, ogni tanto qualche novità un pò più grossa, e nel frattempo tutto cambia lentamente, letalmente.

Foto n.1

Ahimè la nostra memoria ci riporta a tempi lontani. Tempi in cui esisteva una certa panchina in piazzale Kossuth ed eravamo ggiovani. Ma queste sono riflessioni oziose.
La panchina non è più. Al suo posto, il cantiere del metrò leggero.
Sopravvive il bowling, davanti al quale i bulli del quartiere hanno rubato il motorino rosso di Michè.
Minchia quanto gli erano girati i coglioni.
I capelli che si era strappato quella volta non sono più cresciuti.
Tempi ingenui...
... tempi in cui andavamo tutti baldanzosi e prepuberali alla festa a Collebeato nella cascina in cui era radunata la meglio gioventù di Casazza e Mompiano. Un'accozzaglia di spacciatori, rissaioli da stadio, cannati, ubriachi e sfatti mentre noi bravi bimbi con velleità trasgressive ci sentivamo a disagio si, ma facevamo i giusti con ignavia e un poco di conformismo. Anche perchè c'era un poco di pilu.
Ma tanto le polle mica si filavano noi, si filavano la meglio gioventù.

La ricordo come la notte della mia prima multa, con Michè, Bubu e Fusco.
Sarà stata l'una.
In 4 su due motorini.
Gli unici puniti dalla legge mentre i tagliagole se ne stavano cappottati e impuniti da qualche parte.
Eravamo già andati via dalla festa ed eravamo andati a prendere un panino al bowling (gomma, ghisa e pallini da schioppo... mamma che schifo! Michè te lo ricordi quel panino?), ma avevamo deciso di tornare per vedere se ci fosse ancora qualcuno.
Qualcuno c'era, una volante, ferma appena fuori dalla sede della festa ormai deserta. Che culo!
Ricordo che avevo da poco 18 anni e guidavo io... "perchè così se ci sgamano almeno non ci sequestrano il ciospo." Tacchete!
E Michè che faceva il disinvolto tentando di distogliere l'attenzione dei due rappresentanti della legge dal ciospo (ndr motorino) di Bubu, che era truccato come nemmeno Platinette.
Io invece asserivo che essendo noi al momento del fermo ancora sulla stradina sterrata privata che usciva dalla campagna della cascina, la contravvenzione non fosse legale. I rappresentanti della legge furono di avviso diverso, con buona pace dei miei sofismi.

Mentre scrivevano il verbale un rombo potente s'ode... e non ricordo chi (ma mi piace credere sia stato Michè) disse: "Eh no, adesso fermate anche questo però....". Tac, paletta, e il veicolo supersonico si ferma. Si apre la portiera, e rotola fuori un rottame di grasso uomo di tarda mezza età che mai essere più ubriaco aveva calcato la Terra. "Deevo tohrnrnareee dah miamoghlglieeeehe.." barcolla, ondeggia, sbauscia.
Sono passati dodici anni, ma per me la patente non gliel'hanno ancora ridata. Un poco ci siamo sentiti in colpa... ma nemmeno troppo.

Noi siamo dovuti andare nei giorni successivi in caserma a pagare la multa. Per i tempi, una salassata draconica.

Erano i primi anni '90, e a pensarci sembra ieri.

giovedì, gennaio 11, 2007

Augustino ci ha lasciato un mese fa


Cari tutti,

ieri era il mesiversario della morte del buon Augustuccio.

Vorrei ricordarlo e commemorarlo con queste parole:

El pueblo unido jamás será vencido,
¡el pueblo unido jamás será vencido!
De pie, cantad, que vamos a triunfar.
Avanzan ya banderas de unidad,
y tú vendrás marchando junto a mí
y así verás tu canto y tu bandera florecer.
La luz de un rojo amanecer
anuncia ya la vida que vendrá.
De pie, luchad,
el pueblo va a triunfar.
Será mejor la vida que vendrá
a conquistar nuestra felicidad,
y en un clamor mil voces de combate
se alzarán, dirán,
canción de libertad,
con decisión la patria vencerá.
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
con voz de gigante gritando: ¡Adelante!
El pueblo unido jamás será vencido,
¡el pueblo unido jamás será vencido!
La patria está forjando la unidad.
De norte a sur se movilizará,
desde el Salar ardiente y mineral
al Bosque Austral,
unidos en la lucha y el trabajo irán
la patria cubrirán.
Su paso ya anuncia el porvenir.
De pie, cantad que el pueblo va a triunfar
millones ya imponen la verdad.
De acero son ardiente batallón.
Sus manos van llevando la justicia
y la razón, mujer,
con fuego y con valor,
ya estás aquí junto al trabajador.
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
con voz de gigante gritando: ¡Adelante!
El pueblo unido jamás será vencido,
¡El pueblo unido jamás será vencido!
La la la la la la la…

mercoledì, gennaio 10, 2007

Porno Cyberpunk (part I)

Cari Martuccia e Arbè, eccovi accontentati con l'inaugurazione del nuovo filone porno-cyberpunk del blog (vedere commenti di Martuccia e Arbè a "Sono il primo e me ne vanto (Buon Anno)" ). Riferimenti a fatti, persone, luoghi e soprannomi sono puramente casuali. Il titolo del racconto è...


The sex machine

La serratura scattò con un secco rumore metallico. La porta di acciaio scivolò silenziosa nella parete. Sulla soglia, una imponente figura copriva alla vista uno stretto e squallido cubicolo, dall'apparenza un breve corridoio scarsamente illuminato con un letto nel mezzo.

L'individuo avanzò di un passo e mormorò parole incomprensibili. Incrociò quindi le braccia al petto e attendendo che la porta scorresse lenta fino a richiudere completamente l'uscio, si guardò sospettosamente intorno per alcuni secondi. La penombra violetta delle fioche luci al neon ne rendeva i lineamenti pressochè irriconoscibili ma esaltava allo stesso tempo un tatuaggio fosforescente sul suo deltoide sinistro. Era il marchio indelebile della sua appartenenza alla razza degli androidi.

Articolo 5 del regolamento della Multinazionale: "ogni androide di ultima generazione dovrà essere segnalato con targa biomagnetica sulla spalla sinistra, chiaramente visibile sia di giorno che di notte e in qualsiasi condizione di illuminazione, e riportante nome, modello e numero di matricola dell'androide suddetto; tale targa è intesa a garantire la riconoscibilità del soggetto da un reale essere umano, al fine di permettere e agevolare l'autorità giudiziaria, ove necessario, nell'applicazione del codice di legge specifico per la razza. Vista la totale somiglianza del moderno androide alla specie umana, sotto il piano sia biologico che morfologico e funzionale, tale targa rappresenta l'unico possibile strumento di distinzione tra le due razze se si esclude uno studio istologico dei tessuti e degli organi interni. La rimozione o contraffazione di tale targa è punita con una reclusione dai 5 ai 20 anni per gli esseri umani e con l'immediata disattivazione delle funzioni vitali per gli androidi". In fede. Il notaio Lidiaggiulia XXIII.

Il tatuaggio brillava, rivelando l'identità dell'androide Fozz-xrf452-ie .

Nel lungo e deserto corridoio porte metalliche si affacciavano su entrambe le pareti a intervalli di un paio di metri. Fozz cominciò ad avanzare con falcate ampie, lente e regolari. Nel giro di qualche minuto raggiunse un ampio spazio circolare racchiuso da un cilindro di vetro e digitò un codice sulla tastiera a muro alla sua destra. Il cilindro si sollevò permettendogli di entrare e cominciò a muoversi verso il basso, silenziosamente e non sostenuto da cavi o corde di alcun genere. All'interno, il pavimento trasparente permetteva di scorgere la vertiginosa distanza di 728 piani che lo separava da terra. Le pareti di vetro si affacciavano su un universo tetro: la periferia della megalopoli di PotaTown.

Una foresta di torri nere, identiche a quella in cui Fozz si trovava, si estendeva a perdita d'occhio in tutte le direzioni. Quei monoliti, alti e sottili come enormi lame, assorbivano la fioca luce del crepuscolo, la masticavano, la inghiottivano e risputavano a terra solo il colore bluastro delle loro finestre al neon. Le loro punte affondavano in una spessa coltre di nubi color ocra, attraversate da una fitta rete di striature ramate, capillari affioranti sulla pelle di un corpo malato.

In quegli immensi e tetri obitori per vivi, all'interno di ripetitivi e minuscoli spazi di pochi metri quadri, consumavano le loro esistenze milioni di umani, androidi e robot. Razze differenti accomunate dalla stessa disperazione e divise da una rigida gerarchia che rendeva padroni di quell'inferno gli uomini e vedeva al fondo della scala i robot.

Fozz osservò quel panorama a lui familiare con sguardo indifferente, quindi reclinò il capo, inforcò un paio di occhiali a specchio e cominciò a massaggiarsi le tempie con un movimento circolare e costante delle dita. Al termine dell'operazione rialzò la testa con un movimento repentino, osservò il cielo e le sue labbra sottili si aprirono impercettibilmente in un sorriso a metà tra il sardonico e il compiaciuto. Estrasse una specie di penna dalle tasche. Ne fuoriuscì un intensa luce laser verde. La diresse sulla sua spalla sinstra. L'energia sprigionata dal fascio bruciò rapidamente la pelle su cui scintillava il tatuaggio rendendolo così irriconoscibile. L'operazione doveva essere dolorosa a giudicare dal fumo e dall'odore di bruciato ma Fozz non fece nemmeno una smorfia. Sapeva che pelle e tatuaggio si sarebbero rigenerati in fretta, ma questo gli garantiva almeno un'ora di anonimato, il tempo necessario a spostarsi da una torre all'altra senza essere identificato in caso di brutti incontri.

In pochi si sarebbero avventurati al suolo a quell'ora della notte. Le periferie di Pota Town erano disseminate di pericoli. Ma Fozz non li temeva perchè lui ERA uno dei pericoli. Agente segreto della Multinazionale tra i più letali e meglio addestrati, noto tra i suoi (pochi) nemici ancora in vita come "Il signore della Morte".

Giunto al suolo, Fozz cominciò a incamminarsi a passi svelti e decisi attraverso un labirinto semibuio di strade abbandonate e pile di rifiuti. Qualcuno gli si avvicinava di quando in quando per chiedere denaro ma lui semplicemente ne ignorava l'esistenza e proseguiva. Dopo mezz'ora trascorsa in quel modo si arrestò di scatto ai piedi di un mucchio di computer e arti sintetici abbandonati all'angolo di una strada. Il resto fu questione di istanti. Rumore di lame guizzanti da un fodero, un balzo fulmineo dietro la pila di detriti.... meeeeoooooowwww! I potenti ramponi acuminati improvvisamente fuorisciti dai suoi anfibi avevano affondato le carni di un felino tigrato, tranciandolo quasi a metà. Fozz si abbassò e raccolse la vittima. Era un gatto artificiale come la targa biomagnetica dietro il suo orecchio chiaramente mostrava: artif. cat mod. Romeus-ax311-m.-mnz.

Ebbe un espressione di disappunto. Avrebbe di gran lunga preferito trucidare un gatto vero. Affondò le mani tra le carni biosintetiche della vitima e ne estrasse un microchip. Mentre lo gettava a terra e lo schiacciava con noncuranza pensò che se quello era il modo in cui lo spiavano sarebbe passato molto tempo prima che qualcuno potesse creargli anche solo la parvenza di un problema. Con un rapido movimento del polpaccione, ritrasse nuovamente le punte acuminate nelle suole degli anfibi e proseguì. Dopo un'altra mezz'ora raggiunse la meta. Ai piedi della nuova torre digitò un secondo codice e un display digitale mostrò la scritta:

"Stai richiedendo l'ingresso all'inquilino Mic-ljy22-hè . Mic chiede il tuo codice identificativo"

"Apri stronzo che non ho tempo da perdere"

"Mic richiede la password concordata"

"Mic richiede... Ma vaffanculo va!"

"Mic autorizza l'ingresso, attendere prego"

Dopo alcuni istanti, un cilindro di vetro si sollevò e condusse Fozz al piano 877. Appena fuori dall'elevatore antigravità, una porta metallica lo attendeva spalancata sulla parete opposta. Entrò. La porta si richiuse lentamente alle sue spalle. Una figura longilinea, più esile della sua, lo attendeva placidamente seduta sulla panca in fondo alla minuscola stanza, unico altro arredamento oltre al letto nel mezzo. Un tatuaggio recante la scritta Mic-ljy22-hè scintillava sulla sua spalla destra.

M: Ciao Fozz
F: Ciao Mic
M: Che ci fai qua a quest'ora?
F: Vengo per conto della direzione
M: Qualcosa non va?
F: Tutt'altro, sono impressionati da come hai gestito la vicenda dei vegetariani, vecchio
M: Ah, niente di speciale.
F: Non fare il modesto. Modificare geneticamente tutte le loro verdure così che sapessero di mmerda è stata un'idea fantastica.
M: Ci avevano messo anni a farle crescere in quelle serre semibuie. Mi hanno fatto quasi pena.
F: Già, ma ora avrebbero potuto fare concorrenza alle bistecche sintetiche della Multinazionale col loro fottuto "cibo genuino e privo di additivi e proteine artificiali e dannose per la salute" , e tutte quelle cazzate.
M: Devo anche dire che l'aiuto di Paul-ftr401-ino è stato determinante nel progetto.
F: Il capo dei vegetariani, l'umano Fabbius Tampalinius, è stato beccato e fotografato a mangiare bistecche, dato che non ne poteva più di nutrirsi di... mmerda.
M: Ah!
F: E così ora possiamo fargli una pubblicità spietata contro. Il suo cibo fa così schifo che mangia il nostro. Semplice e pulito. Niente arresti, retate, rappresaglie, anche se mi sarebbe piaciuto menare un po' le mani, soprattutto con quello lì.
M: Già, non ti è mai stato molto simpatico.
F: Comunque, la Multinazionale vuole ricompensarti con un premio speciale.
M: E che cosa sarebbe?
F: Indovina
M: E che ne so
F: Ok, te lo dico io. Una scopatona come non te ne sei mai fatte!
M: Oh no!
F: Come oh no!
M: Fanno sempre così. Non ne posso più di queste bamboline programmabili! Ogni volta che faccio qualcosa di buono, mi arriva una di queste bamboline, cazzo! Ultimamente gli ha pure preso la fissa con questi modelli "vintage". Dicono che sono molto raffinati.
F: E come sono invece?
M: Vecchi -cazzo!- Con sistemi operativi obsoleti. La prima volta me ne hanno mandata una con la targhetta sophie-xxx69-win98 . Un casino che non ti dico! Le ho detto di spogliarsi e a metà si è inceppata, ho dovuto fare il reboot. Quando abbiamo cominciato a darci dentro a un certo punto ha detto "L'applicazione non risponde" ed è stramazzata e non riuscivo più a riaccenderla, ed ero... non so come dire... incastrato, mi spiego? Porca puttana! Ho dovuto chiamare il customer service e sono dovuti venire qua. E' stato imbarazzante.
F: Brutta situazione.
M: La seconda mi hanno mandato una certa Judith-giùa90-lin-ux . Era travestita da pinguino. Le ho detto che se proprio dovevamo fare quel tipo di giochini, il pinguino non mi arrapava per niente, e di travestirsi da infermiera. Mi ha risposto "Io sono una bambolina programmabile open source".
F: E che cazzo vuol dire?
M: Bravo, esattamente quello che le ho detto io. Mi ha detto che vuol dire che la dà gratis a tutti ma bisogna saperle impartire i comandi esatti sennò non la dà. Pare che ci fossero pervertiti che si divertivano così un tempo. Se non sapevo il comando per farla vestire da infermiera potevo chiederglielo dicendo "man infermiera". Allora l'ho fatto.
F: E lei?
M: E lei ha iniziato a sciorinarmi una sequenza di codici incomprensibili ed è andata avanti così per un quarto d'ora. Io non ci ho capito niente e le ho dato una sequenza di codici e comandi a caso alla fine.
F: E che cosa è successo?
M: Ho attivato la funzione sado-maso, porca miseria! Che male!
F: Ma l'hai detto a quelli della direzione di questi, ehm... contrattempi?
M: Sì, e per scusarsi mi hanno mandato una terza bambolina vintage, dicendo che questa era perfetta: Britney-bigtitslike-apple(s) . Questa era veramente gnocca. Aveva una mela mezza mozzicata tatuata sul culo che ti veniva proprio voglia di darci un altro mozzico.
F: Ottimo!
M: E mi ha detto "Sono la bambolina più strafica e stilosa che c'è, quindi costo, la Multinazionale ha pagato solo metà". Le ho chiesto quanto era la metà che dovevo pagare io, mi pigliava proprio questa qua, e mi ha risposto "150000 piastre di germanio per uno strip tease"...
F: ...sti cazzi! E tu?
M: Io le ho detto che potevo mettergliele tutte su per il culo se voleva.
F: E lei?
M: Ha detto "ok" e si è girata
F: Capisco, beh, le bamboline programmabili sono fatte per obbedire ai tuoi ordini.
M: Già, ma io non ce le avevo 150000 piastre, così gliel'ho detto che scherzavo. Lei si è offesa e se ne è andata...
F: Povero Mic. Comunque questa volta non sono bamboline. E' una sorpresa mi hanno detto, ma pare che il posto dove andiamo sia stato definito dalle recensioni "The ultimate sex experience"
M: Ma non ho capito io perchè tutte queste ricompense sessuali, ma per che cosa mi hanno preso, per un segaiolo?
F: Sì
M: "..."
M: "..."
M: Beh, dov'è questo posto?


Fine prima parte, continua...

Chi vuole, prima che esca la seconda puntata, può sbizzarrirsi a inventare dei finali!

martedì, gennaio 09, 2007

La cacca dei contadini

E' la cacca dei contadini. Tutto lì...: la cacca dei contadini.
Me l'ha spiegato Fortini. A lui piacciono queste storie, e anche a me.

In Russia, durante la rivoluzione, i contadini entravano nei palazzi dello Zar e cagavano dentro i suoi preziosissimi vasi: un gesto di spregio, di disprezzo, di distruzione. Bello, stupendo!...

Sì, ma perché bello? Perché la distruzione, la cacca dei contadini, è importante se ha un senso storico, se c'è qualcuno che la raccoglie.
E in quel momento c'era un Lenin che la raccoglieva...

non la merda... il significato.

No, non è che uno deve vedere se c'è Lenin prima di cagare.

È che...

Intanto noi non siamo contadini, non c'è la rivoluzione...

e poi non si sa dove cagare!

Sui Brion Vega, forse... potrebbe essere un'idea... quelli bianchi, Più bidè, però...
Non importa. Un gesto di distruzione ha sempre un suo fascino perché bene o male rompe con le convenzioni. E anche se lo sbagli non ti senti mai piccolo. Non ho mai trovato nessuno che si vergogni del suo operare.

È nelle piccole cose, nel muovere una mano, nell'essere scoperti da un altro in un gesto poco simpatico, una piccola stonatura che magari nessuno ha notato... Ecco, queste inezie ci possono riempire di rimorso e ci possono far arrossire fino all'inverosimile.

Giorgio Gaber - Libertà obbligatoria (lungimirante album del 1976)

lunedì, gennaio 08, 2007

Le divulgazioni del dr.Fozzie. Parte seconda.

Il paradosso dell'avvocato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il paradosso dell'avvocato (anche detto paradosso di Protagora) è un paradosso citato da Aulo Gellio e secondo la tradizione riferito ad elaborazioni della scuola stoica.

Secondo questa versione, Protagora avrebbe formato agli studi di legge, come istitutore, un giovane promettente, Evatlo (Euathlus), dal quale ebbe solo la metà di quanto richiesto per le lezioni e col quale stabilì che il resto sarebbe stato saldato dopo che questi avesse vinto la sua prima causa.

Ma Evatlo non cominciò la professione di avvocato, anzi si diede alla politica, e non avendo vinto la sua prima causa poiché non ne aveva mai fatte, Protagora non veniva pagato; quest'ultimo lo convenne dunque in giudizio per essere saldato del prezzo delle sue lezioni.

Il giovane decise di difendersi da solo, divenendo perciò avvocato di sé medesimo, e creando questa situazione di indeterminatezza:

  • secondo Protagora:
    • se Evatlo avesse vinto, avrebbe dovuto pagarlo in base all'accordo, perché avrebbe vinto la sua prima causa;
    • se Evatlo avesse perso, avrebbe dovuto pagarlo comunque per effetto della sentenza.
  • secondo Evatlo:
    • se Evatlo avesse vinto, non avrebbe dovuto pagare Protagora per effetto della sentenza;
    • se Evatlo avesse perso, non avrebbe dovuto pagare Protagora perché in base all'accordo non aveva vinto la sua prima causa.


Il paradosso è spesso citato a fini umoristici per segnalare la "gara di speciosità" sempre corrente fra le categorie forensi e quelle della politica.

venerdì, gennaio 05, 2007

Le divulgazioni del dr. Fozzie. Parte prima.

Euforici lettori, lussuriose lettrici.

Fondamentale caratteristica che distingue l'essere umano da altri animali (come scimpanzè, papagalli o stupidi gatti) è l'istintiva curiosità che lo spinge a cercare una sempre migliore comprensione del meraviglioso universo che lo circonda, e a spendere energie nel tentativo di dipanarne i misteri.

Ora, per esempio, come essere umano sono molto contento in quanto ho scoperto il significato di due parole delle quali fino a pochi istanti or sono ignoravo l'esistenza. Sono abbastanza certo di non averle mai sentite pronunciare da alcuno, nei trenta anni in cui le ciglia delle mie coclee hanno ondeggiato nel mio cranio.

Felice della scoperta come uno scolaretto che trova per merenda pane e nutella quando si aspettava pane e basta, la condivido con voi. La scoperta, non la nutella.

Le due parole sono paraskavedekatriafobia e friggatriskaidekafobia.

Sono parole italiane nonostante le k (origine greca) e sono sinonimi.

Vero che riempiono la bocca?

Vi lascio il gusto di cercarne il significato su google, garantendovi che è cosa sfiziosa.

Baci di amm0re!

(il primo a svelare il mistero come commento, vince un "Fancazzista d'oro" virtuale)

lunedì, gennaio 01, 2007

Sono il primo e me ne vanto (Buon Anno)

Cari amici, sono il primo a scrivere sul blog nel 2007, e sinceramente un pò me ne vanto.
Ieri sera abbiamo passato proprio una bella serata, in armonia e in simpatia.
Gli screzi dei giorni precedenti tra Caio e Organizzatore sono stati dimenticati, le schermaglie amorose tra Fozzie e Giovanni si sono chiarite, la diatriba mail-telefono è stata risolta, chi di solito mette il muso non l'ha messo, chi di solito rompe le balle non le ha rotte (a parte qualcono che ha rotto l'uovo di struzzo), insomma questo 2007 è nato sotto tutti i migliori auspici.
Volevo innanzitutto ringraziare pubblicamente la Tata la Lidia e la Fabi (non sò se ho dimenticato qualcun'altro, cmq si senta ringraziato anche lui) che ieri sera si sono impegnate a cucinare una cenetta degna del miglior Cenone da grande hotel, era tutto delizioso e super-abbondante. Certo non tutti hanno potuto apprezzare completamente le prelibatezze culinarie: un nostro amico, non sò se ve ne siete accorti, ha passato metà serata girovagando per i bagni di casa Boli, lasciando qua e la parte di se stesso e del suo colorito. A fine serata, costui, era 5 Kg più magro e una decina di tonalità più bianco...ahi ahi ahi...
Dopo questa spassosa parentesi la serata è proseguita alla splendida Nave di Harlock, dove (col senno di poi ci siamo accorti che) ancora prima di entrare ci hanno fregato vendendoci al prezzo doppio una consumazione che valeva la metà...non male prendere la prima inculata del 2007 alle 01:30...l'anno comincia bene...
Il locale era carino, la muzzika molto glamour e noi abbiamo ballato in modo molto fashion, soprattutto il buon Fozzie che ha fatto subito conquiste, (c'era una sventolona che sbavava e ballava e sbavava...).
Sinceramente penso che noi siamo i migliori al mondo, abbiamo stile, tecnica e molto molto ritmo nel sangue, quasi come i ballerini di Buona Domenica!
Dopo ore e ore di buona musica. soprattutto il Gioca Jouè, abbiamo finito la serata al putrido2 per una ricostituente brioche calda e gli ultimi saluti.
alla fine tutti a nanna, più o meno all'ora in cui di solito ci sveglia per andare a lavorare, stanchi ma felici di aver passato una serata in allegria e nel puro spirito dell'Amm0re!
Evviva, buon Anno a chi c'era, buon Anno a chi se n'è andato (anche senza salutare) e soprattutto buon Anno a chi non ha potuto partecipare ma soprattutto viva il Gioca Jouè!!!!

Ciao