Cari Martuccia e Arbè, eccovi accontentati con l'inaugurazione del nuovo filone porno-cyberpunk del blog (vedere commenti di Martuccia e Arbè a "
Sono il primo e me ne vanto (Buon Anno)" ). Riferimenti a fatti, persone, luoghi e soprannomi sono puramente casuali. Il titolo del racconto è...
The sex machineLa serratura scattò con un secco rumore metallico. La porta di acciaio scivolò silenziosa nella parete. Sulla soglia, una imponente figura copriva alla vista uno stretto e squallido cubicolo, dall'apparenza un breve corridoio scarsamente illuminato con un letto nel mezzo.
L'individuo avanzò di un passo e mormorò parole incomprensibili. Incrociò quindi le braccia al petto e attendendo che la porta scorresse lenta fino a richiudere completamente l'uscio, si guardò sospettosamente intorno per alcuni secondi. La penombra violetta delle fioche luci al neon ne rendeva i lineamenti pressochè irriconoscibili ma esaltava allo stesso tempo un tatuaggio fosforescente sul suo deltoide sinistro. Era il marchio indelebile della sua appartenenza alla razza degli androidi.
Articolo 5 del regolamento della Multinazionale: "ogni androide di ultima generazione dovrà essere segnalato con targa biomagnetica sulla spalla sinistra, chiaramente visibile sia di giorno che di notte e in qualsiasi condizione di illuminazione, e riportante nome, modello e numero di matricola dell'androide suddetto; tale targa è intesa a garantire la riconoscibilità del soggetto da un reale essere umano, al fine di permettere e agevolare l'autorità giudiziaria, ove necessario, nell'applicazione del codice di legge specifico per la razza. Vista la totale somiglianza del moderno androide alla specie umana, sotto il piano sia biologico che morfologico e funzionale, tale targa rappresenta l'unico possibile strumento di distinzione tra le due razze se si esclude uno studio istologico dei tessuti e degli organi interni. La rimozione o contraffazione di tale targa è punita con una reclusione dai 5 ai 20 anni per gli esseri umani e con l'immediata disattivazione delle funzioni vitali per gli androidi". In fede. Il notaio Lidiaggiulia XXIII.
Il tatuaggio brillava, rivelando l'identità dell'androide Fozz-xrf452-ie .
Nel lungo e deserto corridoio porte metalliche si affacciavano su entrambe le pareti a intervalli di un paio di metri. Fozz cominciò ad avanzare con falcate ampie, lente e regolari. Nel giro di qualche minuto raggiunse un ampio spazio circolare racchiuso da un cilindro di vetro e digitò un codice sulla tastiera a muro alla sua destra. Il cilindro si sollevò permettendogli di entrare e cominciò a muoversi verso il basso, silenziosamente e non sostenuto da cavi o corde di alcun genere. All'interno, il pavimento trasparente permetteva di scorgere la vertiginosa distanza di 728 piani che lo separava da terra. Le pareti di vetro si affacciavano su un universo tetro: la periferia della megalopoli di PotaTown.
Una foresta di torri nere, identiche a quella in cui Fozz si trovava, si estendeva a perdita d'occhio in tutte le direzioni. Quei monoliti, alti e sottili come enormi lame, assorbivano la fioca luce del crepuscolo, la masticavano, la inghiottivano e risputavano a terra solo il colore bluastro delle loro finestre al neon. Le loro punte affondavano in una spessa coltre di nubi color ocra, attraversate da una fitta rete di striature ramate, capillari affioranti sulla pelle di un corpo malato.
In quegli immensi e tetri obitori per vivi, all'interno di ripetitivi e minuscoli spazi di pochi metri quadri, consumavano le loro esistenze milioni di umani, androidi e robot. Razze differenti accomunate dalla stessa disperazione e divise da una rigida gerarchia che rendeva padroni di quell'inferno gli uomini e vedeva al fondo della scala i robot.
Fozz osservò quel panorama a lui familiare con sguardo indifferente, quindi reclinò il capo, inforcò un paio di occhiali a specchio e cominciò a massaggiarsi le tempie con un movimento circolare e costante delle dita. Al termine dell'operazione rialzò la testa con un movimento repentino, osservò il cielo e le sue labbra sottili si aprirono impercettibilmente in un sorriso a metà tra il sardonico e il compiaciuto. Estrasse una specie di penna dalle tasche. Ne fuoriuscì un intensa luce laser verde. La diresse sulla sua spalla sinstra. L'energia sprigionata dal fascio bruciò rapidamente la pelle su cui scintillava il tatuaggio rendendolo così irriconoscibile. L'operazione doveva essere dolorosa a giudicare dal fumo e dall'odore di bruciato ma Fozz non fece nemmeno una smorfia. Sapeva che pelle e tatuaggio si sarebbero rigenerati in fretta, ma questo gli garantiva almeno un'ora di anonimato, il tempo necessario a spostarsi da una torre all'altra senza essere identificato in caso di brutti incontri.
In pochi si sarebbero avventurati al suolo a quell'ora della notte. Le periferie di Pota Town erano disseminate di pericoli. Ma Fozz non li temeva perchè lui ERA uno dei pericoli. Agente segreto della Multinazionale tra i più letali e meglio addestrati, noto tra i suoi (pochi) nemici ancora in vita come "Il signore della Morte".
Giunto al suolo, Fozz cominciò a incamminarsi a passi svelti e decisi attraverso un labirinto semibuio di strade abbandonate e pile di rifiuti. Qualcuno gli si avvicinava di quando in quando per chiedere denaro ma lui semplicemente ne ignorava l'esistenza e proseguiva. Dopo mezz'ora trascorsa in quel modo si arrestò di scatto ai piedi di un mucchio di computer e arti sintetici abbandonati all'angolo di una strada. Il resto fu questione di istanti. Rumore di lame guizzanti da un fodero, un balzo fulmineo dietro la pila di detriti.... meeeeoooooowwww! I potenti ramponi acuminati improvvisamente fuorisciti dai suoi anfibi avevano affondato le carni di un felino tigrato, tranciandolo quasi a metà. Fozz si abbassò e raccolse la vittima. Era un gatto artificiale come la targa biomagnetica dietro il suo orecchio chiaramente mostrava: artif. cat mod. Romeus-ax311-m.-mnz.
Ebbe un espressione di disappunto. Avrebbe di gran lunga preferito trucidare un gatto vero. Affondò le mani tra le carni biosintetiche della vitima e ne estrasse un microchip. Mentre lo gettava a terra e lo schiacciava con noncuranza pensò che se quello era il modo in cui lo spiavano sarebbe passato molto tempo prima che qualcuno potesse creargli anche solo la parvenza di un problema. Con un rapido movimento del polpaccione, ritrasse nuovamente le punte acuminate nelle suole degli anfibi e proseguì. Dopo un'altra mezz'ora raggiunse la meta. Ai piedi della nuova torre digitò un secondo codice e un display digitale mostrò la scritta:
"Stai richiedendo l'ingresso all'inquilino Mic-ljy22-hè . Mic chiede il tuo codice identificativo"
"Apri stronzo che non ho tempo da perdere"
"Mic richiede la password concordata"
"Mic richiede... Ma vaffanculo va!"
"Mic autorizza l'ingresso, attendere prego"
Dopo alcuni istanti, un cilindro di vetro si sollevò e condusse Fozz al piano 877. Appena fuori dall'elevatore antigravità, una porta metallica lo attendeva spalancata sulla parete opposta. Entrò. La porta si richiuse lentamente alle sue spalle. Una figura longilinea, più esile della sua, lo attendeva placidamente seduta sulla panca in fondo alla minuscola stanza, unico altro arredamento oltre al letto nel mezzo. Un tatuaggio recante la scritta Mic-ljy22-hè scintillava sulla sua spalla destra.
M: Ciao Fozz
F: Ciao Mic
M: Che ci fai qua a quest'ora?
F: Vengo per conto della direzione
M: Qualcosa non va?
F: Tutt'altro, sono impressionati da come hai gestito la vicenda dei vegetariani, vecchio
M: Ah, niente di speciale.
F: Non fare il modesto. Modificare geneticamente tutte le loro verdure così che sapessero di mmerda è stata un'idea fantastica.
M: Ci avevano messo anni a farle crescere in quelle serre semibuie. Mi hanno fatto quasi pena.
F: Già, ma ora avrebbero potuto fare concorrenza alle bistecche sintetiche della Multinazionale col loro fottuto "cibo genuino e privo di additivi e proteine artificiali e dannose per la salute" , e tutte quelle cazzate.
M: Devo anche dire che l'aiuto di Paul-ftr401-ino è stato determinante nel progetto.
F: Il capo dei vegetariani, l'umano Fabbius Tampalinius, è stato beccato e fotografato a mangiare bistecche, dato che non ne poteva più di nutrirsi di... mmerda.
M: Ah!
F: E così ora possiamo fargli una pubblicità spietata contro. Il suo cibo fa così schifo che mangia il nostro. Semplice e pulito. Niente arresti, retate, rappresaglie, anche se mi sarebbe piaciuto menare un po' le mani, soprattutto con quello lì.
M: Già, non ti è mai stato molto simpatico.
F: Comunque, la Multinazionale vuole ricompensarti con un premio speciale.
M: E che cosa sarebbe?
F: Indovina
M: E che ne so
F: Ok, te lo dico io. Una scopatona come non te ne sei mai fatte!
M: Oh no!
F: Come oh no!
M: Fanno sempre così. Non ne posso più di queste bamboline programmabili! Ogni volta che faccio qualcosa di buono, mi arriva una di queste bamboline, cazzo! Ultimamente gli ha pure preso la fissa con questi modelli "vintage". Dicono che sono molto raffinati.
F: E come sono invece?
M: Vecchi -cazzo!- Con sistemi operativi obsoleti. La prima volta me ne hanno mandata una con la targhetta sophie-xxx69-win98 . Un casino che non ti dico! Le ho detto di spogliarsi e a metà si è inceppata, ho dovuto fare il reboot. Quando abbiamo cominciato a darci dentro a un certo punto ha detto "L'applicazione non risponde" ed è stramazzata e non riuscivo più a riaccenderla, ed ero... non so come dire... incastrato, mi spiego? Porca puttana! Ho dovuto chiamare il customer service e sono dovuti venire qua. E' stato imbarazzante.
F: Brutta situazione.
M: La seconda mi hanno mandato una certa Judith-giùa90-lin-ux . Era travestita da pinguino. Le ho detto che se proprio dovevamo fare quel tipo di giochini, il pinguino non mi arrapava per niente, e di travestirsi da infermiera. Mi ha risposto "Io sono una bambolina programmabile open source".
F: E che cazzo vuol dire?
M: Bravo, esattamente quello che le ho detto io. Mi ha detto che vuol dire che la dà gratis a tutti ma bisogna saperle impartire i comandi esatti sennò non la dà. Pare che ci fossero pervertiti che si divertivano così un tempo. Se non sapevo il comando per farla vestire da infermiera potevo chiederglielo dicendo "man infermiera". Allora l'ho fatto.
F: E lei?
M: E lei ha iniziato a sciorinarmi una sequenza di codici incomprensibili ed è andata avanti così per un quarto d'ora. Io non ci ho capito niente e le ho dato una sequenza di codici e comandi a caso alla fine.
F: E che cosa è successo?
M: Ho attivato la funzione sado-maso, porca miseria! Che male!
F: Ma l'hai detto a quelli della direzione di questi, ehm... contrattempi?
M: Sì, e per scusarsi mi hanno mandato una terza bambolina vintage, dicendo che questa era perfetta: Britney-bigtitslike-apple(s) . Questa era veramente gnocca. Aveva una mela mezza mozzicata tatuata sul culo che ti veniva proprio voglia di darci un altro mozzico.
F: Ottimo!
M: E mi ha detto "Sono la bambolina più strafica e stilosa che c'è, quindi costo, la Multinazionale ha pagato solo metà". Le ho chiesto quanto era la metà che dovevo pagare io, mi pigliava proprio questa qua, e mi ha risposto "150000 piastre di germanio per uno strip tease"...
F: ...sti cazzi! E tu?
M: Io le ho detto che potevo mettergliele tutte su per il culo se voleva.
F: E lei?
M: Ha detto "ok" e si è girata
F: Capisco, beh, le bamboline programmabili sono fatte per obbedire ai tuoi ordini.
M: Già, ma io non ce le avevo 150000 piastre, così gliel'ho detto che scherzavo. Lei si è offesa e se ne è andata...
F: Povero Mic. Comunque questa volta non sono bamboline. E' una sorpresa mi hanno detto, ma pare che il posto dove andiamo sia stato definito dalle recensioni "The ultimate sex experience"
M: Ma non ho capito io perchè tutte queste ricompense sessuali, ma per che cosa mi hanno preso, per un segaiolo?
F: Sì
M: "..."
M: "..."
M: Beh, dov'è questo posto?
Fine prima parte, continua...Chi vuole, prima che esca la seconda puntata, può sbizzarrirsi a inventare dei finali!